Un Treno per l’Eternità
Alla stazione del tempo perduto c’è un uomo spaesato da tempo seduto.
Ha un giaccone di seta grigioazzurro che accarezza il vento,
occhi di ghiaccio e un cuore di burro.
È arrivato un giorno d’incanto trasportato dalle luci soffuse
di un’intuizione, credendo che il suo vagare sarebbe finito lì,
tra le panchine fredde di quella stazione,
riempiendo il suo vuoto con spremute di quiete
e fiori di loto.
E passarono i giorni e passarono i mesi e passarono gli anni, volando via come gabbiani che sfrecciano a pelo d’acqua, senza far danni.
Ma lui era felice di questa nuova condizione, vedeva passare davanti ai suoi occhi migliaia di storie, migliaia di vite, che portavano con se vagoni d’emozioni, che per lui eran come la criptonite.
Questo strano uomo era contento così, racchiuso nei ricordi,
protetto dal suo giaccone.
Non voleva saperne di prendere nessun treno,
non voleva saperne di respirare di nuovo alcuna emozione.
Era come un naufrago solitario che guarda, ma non osa toccare il mare perché ha paura di se stesso: teme che la vita lo possa contaminare.
Ma un bel giorno la sua attenzione si soffermò su di un vagone fatto di piume sospeso a mezz’aria e pensò che era giunta la pazzia,
la stagione dell’ozio era finita
e si abbandonò all’idea di salire sul treno della dipartita.
Invece vide scendere da quel vagone un regalo speciale, aveva capelli lucenti, occhi verde smeraldo e un viso di una dolcezza infinita.
Allora capì mettendo a tacere il suo ego e la sua vanità, che anche se ti nascondi alla vita, la vita stessa ti troverà.
Con ritrovata gioia colse rapace quell’ultima opportunità e finalmente trovò anch’egli il suo treno : un treno per l’eternità.
Autore: Davide Leoci