Il Fabbricante di Sogni
È una notte di maggio, l’aria è ancora un po’ fresca, ma è una brezza piacevole, il cielo è pulito, stracolmo di stelle, ce ne sono così tante che sembrano migliaia di spettatori severi, pronti ad applaudire o fischiare allo spettacolo dei miei pensieri.
Sono seduto su di uno scoglio che dà a strapiombo sul mare, con una vista così forse dovrei godermi in silenzio questo capolavoro della natura, forse dovrei solo contemplare: ma non ce la faccio,
con qualcuno devo condividere quest’emozione, con qualcuno devo parlare.
Mi rivolgo a te che venisti dal mare, partisti senza guardarti indietro,
volasti via senza fiatare.
Non un cenno, non un saluto, solo un pensiero veloce,
uno sguardo furtivo alla terra che avevi amato,
a tutto quello che avevi conosciuto.
Sembravi un fuggitivo: ma non lo eri.
Sembravi un traditore: ma non lo eri.
Eri solo un fabbricante di sogni, eri solo schiavo dei tuoi desideri.
In questa notte è con te che vorrei parlare, vorrei che mi spiegassi le tue emozioni,
le tue ansie, le tue paure, vorrei che mi dicessi tutto quello che non hai potuto dire, tutto quello che rimarrà sepolto per sempre in fondo a quel mare,
ancorato ad un destino cui non sei potuto sfuggire.
Vorrei che mi parlassi dei tuoi compagni di viaggio, vorrei conoscere i loro nomi,
i loro mestieri, vorrei osservare con cura i loro volti,
vorrei respirare la loro ambizione, mi piacerebbe rappresentassero
per tutti qualcosa di più che un inutile carico su di una vecchia imbarcazione.
So che prima di diventare niente ti piaceva suonare il pianoforte,
spero ti abbia reso meno amara la vita,
spero le sue note ti abbiano reso meno amara la morte.
Nella vita di ognuno di noi i sogni impossibili rimangono sempre i più ambiti,
su questa terra gli Angeli si sporcano e i diavoli restan sempre puliti.
Autore: Davide Leoci